Un anno in Provenza by Peter Mayle

Un anno in Provenza by Peter Mayle

autore:Peter Mayle [Peter Mayle]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788860408990
editore: EDT srl
pubblicato: 2019-10-27T00:00:00+00:00


Luglio

Un mio amico aveva preso in affitto una casa a Ramatuelle, a pochi chilometri da Saint-Tropez. Nonostante fossimo entrambi restii ad affrontare la congestione febbrile del traffico estivo, volevamo incontrarci. Misi da parte le incertezze e gli annunciai il mio arrivo per l’ora di pranzo.

Dopo aver guidato una trentina di minuti, mi trovai in una regione diversa, occupata per lo più da camper e roulotte. Orde spaventose si riversavano verso il mare con le loro tendine arancioni o verdi e gli adesivi applicati ai finestrini a ricordare precedenti migrazioni. Carovane si fermavano nelle aree di sosta dell’autostrada, tremolando nella calura. I proprietari degli automezzi, ignorando del tutto gli spazi liberi alle loro spalle, montavano tavoli e sedie da picnic, con la bella vista di un continuo flusso di camion e con i fumi del gasolio sotto il naso. Quando lasciai l’autostrada per dirigermi verso Sainte-Maxime, mi si parò davanti un convoglio compatto e ondeggiante di camper e di roulotte, e rinunciai a qualsiasi speranza di pranzare entro breve tempo. Gli ultimi cinque chilometri del viaggio richiesero un’ora e mezza. Questo fu il benvenuto che mi diede la Costa Azzurra.

In passato era stata bella, e alcuni angoli erano ancora intatti, anche se assai costosi; ma, paragonata alla pace e al relativamente vuoto Lubéron, faceva pensare a una gabbia di matti, imbruttita da una edilizia selvaggia, dal sovraffollamento e dai prezzi eccessivi. Ville, steak, pommes frites, gommoni gonfiabili, souvenir provenzali di legno d’ulivo, pizzerie, lezioni di sci acquatico, discoteche, go-kart... dappertutto c’erano manifesti che offrivano di tutto.

La gente che vive sul turismo della Costa Azzurra ha una stagione limitata ed è ansiosa di cavarvi di tasca i soldi, prima che sopravvenga l’autunno e prima che cessi la richiesta di gommoni a nolo. I camerieri sono impazienti di ricevere mance, i negozianti vi stanno alle calcagna affinché vi decidiate presto, e poi rifiutano di prendere la banconota da duecento franchi perché ce ne sono in giro di false. Aleggia nell’aria un’avida ostilità, chiaramente avvertibile quanto l’odore di aglio e di crema solare. Gli stranieri sono subito classificati come turisti e considerati un fastidio, guardati con occhio malevolo e sopportati solo pensando al guadagno. Secondo la carta geografica, anche questa era Provenza, ma non la Provenza che conoscevo io.

La casa del mio amico era nella pineta fuori Ramatuelle, al termine di un lungo viottolo privato, lontana tre chilometri dalla follia della costa. Non si sorprese di sentire che un viaggio di due ore ne aveva richieste quattro e mi raccontò che per essere sicuri di parcheggiare a Saint-Tropez bisognava arrivare entro le sette e mezzo di mattina, andare sulla spiaggia era un’operazione frustrante e l’unica maniera sicura per raggiungere in tempo l’aeroporto di Nizza era di andarci in elicottero.

Quando la sera tornai a casa, viaggiando in senso opposto alla fila di roulotte e camper, mi chiedevo che attrazione speciale avesse la Costa Azzurra per continuare a richiamare ogni estate una simile orda. Da Marsiglia a Montecarlo le strade erano un vero incubo e la



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